domenica 31 gennaio 2016

RENZI, L'EUROPA E LA CULTURA ILLUMINISTA

Carlo Biancheri

I nostri venticinque lettori sanno che abbiamo sin qui esitato a sparare sulla Croce Rossa, nella fattispecie il governetto, cioè la cerchia di amici che vanno dal Chianti al Casentino, alle contrade senesi che gestiscono con attitudine  Rodomontesca un paese che, nonostante le aspirazioni dei massoni sabaudi, non si è ancora formato, unificato e non riesce a funzionare.
L’alternativa è infatti quella di un’armata tipo Brancaleone (del film per intenderci) con l’ottantenne che ha così ben operato per il paese, specie nelle cenette eleganti o nei suoi affari, o di quelli che vogliono  fare il blocco navale per i migranti e uscire dall’Euro (e poi…? E il debito?), oppure di un gruppo che esitiamo a definire di volenterosi in quanto supponenti, certo incompetenti, coordinati in setta non si capisce bene se dagli adepti del pianeta Gaia, vedi Scientology, o dagli umori di un furbacchione, comico in disarmo. Ci sono poi i duri e puri che non accettano il mondo così com’ è ma vagheggiano il ritorno ad una comune che non è mai esistita se non nei loro desideri…
Rodomonte vuol contare di più sulla scena internazionale ed allora alza la voce in Europa, specie quando è lontano dagli interlocutori. Cosa si propone? Sviare l’attenzione dai problemi interni? Far capire agli incappucciati del Nord Europa, tutti “persone per bene” che perseguono ostinatamente il loro interesse, infischiandosene degli altri, che non siamo più disposti ad esser trattati come è avvenuto per lustri con i governi precedenti?
Di chi è la colpa?
Molto va addebitato a chi si è servito di cariche pubbliche governative per accreditare il proprio profilo in sede internazionale: diciamo che se non è stata la regola si è trattato, quantomeno, della maggior parte dei casi (forse Monti, commissario al mercato interno, si è preoccupato degli interessi italiani? O la Bonino, seguace dello sciagurato liberista Bolkenstein, in materia di servizi che linea ha preso? Anche come Ministro delle politiche comunitarie… Non merita menzionare il Frattini e il Trattato di Dublino…). Invece di far l’interesse del Paese, i soggetti in questione si sono adeguati alle parole d’ordine dominanti. Inoltre, abbiamo mandato in posti chiave  bassa forza (ad es. giornalisti della cronaca di Roma) che hanno imparato il mestiere e la lingua dopo anni…, danneggiando l’interesse nazionale (ci riferiamo, tra gli altri, alle nomine in Commissione). Ma molto si deve anche alla mancanza di serietà interna. Per quanti decenni si è considerata la legislazione europea una superfetazione? I regolamenti e le direttive qualcosa di lontano che non venivano regolarmente trasposte, tanto che l’Italia era tra i Paesi con maggior numero di infrazioni comunitarie; norme  spesso stupide, come dice ora il governatore Visco, caduto dal pero e all’evidenza poco informato dai suoi uffici, a proposito del bail-in delle banche, ma sempre approvate da noi. Chi ci rappresentava nelle discussioni al Consiglio Europeo? Dei funzionari ministeriali (o di amministrazioni competenti) trafelati; a malapena conoscevano i problemi, facendosi istruire con un meccanismo del tipo “telefono senza fili”, spessissimo digiuni di qualsiasi lingua, incluso l’italiano corretto, e mandati all’estero,per lustri, in viaggio premio a motivo della diaria e per comprare i mediocri cioccolatini belgi. Poi i diplomatici, e qui oscilliamo dalle stelle, le eccezioni, alle stalle…, di norma portatori del disegno personale del Rappresentante permanente di turno, attento ad evitare conflitti con le Amministrazioni italiane, ma anche capace di far passare qualsiasi cosa, non si sa bene per quale recondita ragione… Roma lontana, non in grado di monitorare ad ogni istante gli sviluppi della normativa in fieri e delle decisioni nel caso dei provvedimenti in materia di concorrenza. E, poi, quanti sono gli italiani competenti ed alti in grado in Commissione ed in Consiglio o al Parlamento Europeo dove si scrivono i testi? Si incontrano, periodicamente, come i tedeschi ,francesi ed inglesi con i loro governi? Certo che no: per anni si sono vergognati del loro Paese di origine…, salvo eccezioni.
Conditio sine qua non… è la competenza sugli argomenti in discussione… e qui noi siamo già con un handicap per via della competizione tra le Amministrazioni,gelose delle loro competenze... Poi l’esperienza internazionale che si acquista con gli anni e la capacità di parlare  e convincere che suppone diplomazia.
Questa è la via per acquistare rispetto altrui, col tempo... La pre-condizione è quella di non adeguarsi alle confraternite o agli slogans in voga nei centri di potere internazionale, come, adesso, ‘matrimonio per tutti’, diritti per tutti… se si vuole sfidare gli equilibri consolidati anche dalla nostra ignavia.
Sempre più si manifestano i limiti di una cultura illuminista, che ha avuto i suoi meriti, ma che si è fermata alla rivendicazione dei diritti individuali senza,cioè, saper costruire una comunità di persone,  affrontando i problemi in termini formali e cioè di maggioranza/minoranza come fà Rodomonte; ha studiato pochino, a sentirlo parlare, perché non affronta mai la qualità, il merito del tema in esame. Sempre più è tramontato, tranne che per pochi sciocchi, il mito storicistico che vede un progresso nella Storia quasi si trattasse di un fil rouge, ineluttabile come il  Fato: i tempi durissimi in cui viviamo non ci lasciano intravvedere,allo stato, alcun progresso; al contrario assistiamo ad una massificazione, ad un conformismo accentuati che si combattono solo riacquistando una identità rubata, peso nella cosa pubblica e ritessendo i rapporti umani.


sabato 23 gennaio 2016

DOVE VA LA STORIA, PROFESSOR CACCIARI?


Carlo Biancheri

Il professor Cacciari, di professione filosofo… - nella nostra pochezza diremmo “storico della filosofia”,   perché lo stabiliranno i posteri se è stato filosofo veramente oppure no… - ci annuncia oggi che la legge della Sig.na Cirinnà va approvata perché è nel senso della Storia…
Il papa si è pronunciato? Cosa volevate che dicesse? Quel che sostiene Scalfari? È il suo ruolo…
Oh professore, questa è bella davvero! Secondo lei il papa deve difendere il suo ruolo e continuare a sostenere una tradizione sclerotizzata? Se non la si condivide vuol dire, allora, che è una sciocchezza? Non le passa neppure per la sua (profonda) mente di ritenere che ciò che sostiene sia vero e che, cioè, come dice  Aristotele, diversi secoli prima di Cristo, la famiglia è il primo nucleo naturale dove l’uomo entra in relazione e si identifica? E il papa aggiunge che deve esser indissolubile e che deve difendere la prole…, cioè la vita.
No, il papa ha il suo ‘ruolo’ come dicevano i massoni piemontesi…”Previ e carabiné fan sté el mund en pé …’, anche  se dicono stupidaggini…
Per lei, invece, la Verità è la Storia ( quale Storia, quella degli ‘ottimati’, come sosteneva Croce?)! Questa sciocchezza, questa sì, inventata dal visionario Hegel, del resto, lei professore, reputa che il solo grande filosofo italiano del Novecento sia Gentile, un seguace, di cui parla con religioso ossequio…, in base al quale c’è progresso nella Storia e quindi anche il matrimonio gay – attendiamo quello tra specie diverse? – e la stepchild adoption.
Dove stava, egregio professore, il progresso nel periodo nazista con l’eugenetica e la Shoah o in quello stalinista e fascista? E se lei giustifica ciò con la dialettica della Storia, sappia che in Italia lo sviluppo ci ha portato, per esempio,  alla DC… Un progresso? E in Russia a Putin… E l’Isis oggi, come la mettiamo?
Un progresso anche quello?
Prima di scrivere certe cose la gente dovrebbe pensare un po’, specie in un tempo di Arcadia che equivale oggi al politically correct, cioè al conformismo.
Noi siamo con Wittgenstein che sostiene che in filosofia o si è realisti o idealisti, tertium non datur e certo non crediamo che “la vera realtà sia l’intelligibile”… e men che meno che il vero sia la Storia che non è come la macchina di Ryle, in quanto è l’esito delle scelte umane.



martedì 12 gennaio 2016

CARLO BIANCHERI risponde a Lorenzo Lucchini

Egregio Signore,

noi siamo con la Chiesa, quella del Credo, per intenderci, anche se sappiamo che è “casta et meretrix” e bisognosa di continua purificazione, a detta del Magistero…
Intendiamo la Chiesa della Lumen Gentium che speriamo si ritrovi con le Chiese sorelle e recepisca le critiche di altre Chiese separate, quando fondate.
Certamente non siamo per la Chiesa “fai da te” alla Lefèvre.
Questa Chiesa “ufficiale”, come la chiama lei, non ci pare particolarmente convinta dalle argomentazioni della passionale Sig.na Cirinnà (v. intervento del Segretario di Stato), ben convinta delle sue idee ma del tutto ignara che, come dice Aristotele, il giudizio deve esser scevro da passione …
La Cirinnà, come  i signori e signore della LGBT ed altri, dice, a nostro debol parere, delle sciocchezze, ormai divenute patrimonio comune della stampa politically correct, in quanto sviluppa i diritti come rivendicazione individuale dove la Grundnorm è il benessere materiale o al più psicologico dell’individuo. Si prende in considerazione l’interesse dei due partners, partendo dall’assunto che il bambino si adegua, e trasformando la psicologia in un auspicio soggettivo che prescinde totalmente da evidenze che distinguono  un comportamento maschile da uno femminile.
Il discorso andrebbe molto lontano, in quanto la battaglia contro la nozione di ‘natura umana’, divenuta elastica, inizia con Rousseau e col suo fratello massone Lessing. Non a caso Edgar Morin intitola un suo libro Le paradygme perdu, la nature humaine.
Noi impariamo da Aristotele che occorre un’antropologia, fondata sul fatto che l’uomo è per sua natura un animale sociale, dove si realizza –  «chi vive solo è un dio o una bestia…» - prima nella famiglia, poi nel villaggio, poi nella città e nello Stato. In questo contesto si determina cos’è il bene comune che non vuol dire solo il bene individuale ma, come abbiamo già scritto e lei lo dovrebbe sapere se ci legge, un equilibrio tra proprium e comune e da questo equilibrio nasce la legge.
Così ci pare una insensatezza il primo emendamento della Costituzione americana che fà precedere il diritto di proprietà allo Stato – questo è sì il regno dell’individualismo e se ne vedono le conseguenze, da ultimo la questione della vendita delle armi…- come ci sembra poco plausibile che il bambino sia un oggetto e non possa scegliere quando abbia l’età della ragione se vuol continuare a vivere sotto l’egida del compagno/a del padre/madre nell’ ipotesi, ad esempio, che il proprio padre naturale  premuoia (si muore anche, cari signori, anche se si vorrebbe che la vita fosse una festa perenne…).


 Carlo Biancheri


Devo constatare con dispiacere che anche voi siete di quei cattolici che lasciano andare le cose come vanno, per il fatto che non prendete posizione contro la legge Cirinnà. Purtroppo siete con la Chiesa ufficiale, con il Papa e il Vaticano, che non condannano apertamente e non appoggiano chi si batte contro la Cirinnà. 
Si capisce che Renzi l’appoggia e la sostiene con determinazione per affrettarne l’iter parlamentare, in quanto crede così di fare qualcosa di sinistra, senza rendersi conto che questa delle libertà individuali di soddisfazione personale è una cosa del laicismo illuminista e massonico, per cui è chiaro che Renzi non sa neppure cosa vuol dire essere di sinistra.

Lorenzo Lucchini