martedì 29 luglio 2014

LA RIFORMA DEL SENATO E' UNA SCIOCCHEZZA Carlo Biancheri

Ebbene sì, abbiamo atteso a criticare l’attor giovine per mancanza di alternativa, ma i suoi scherani ci hanno seccato e la misura è colma. Non ci attarderemo nella critica minuta di una riforma, come quella del Senato, che scassa il sistema di pesi e contrappesi voluto dai costituenti: si introduce un Senato di nominati (da chi? Dai sindaci e dai rappresentanti regionali? In omaggio ad un sistema di autonomie locali che hanno sin qui così bene operato? Non passa giorno che la magistratura non apra fascicoli sulle malefatte di politici di professione delle amministrazioni locali o di nobili signori, prestati alla politica, che non disdegnano di violare la legge, all’occorrenza…, quando il tornaconto personale sia in gioco) e questo Senato, insieme alla Camera, voterà il garante per eccellenza del quadro costituzionale e cioè il Presidente della Repubblica! Per il resto sarà un ente inutile che lavorerà part-time e avrà la funzione di compensazione tra le cosiddette autonomie locali, quelle della Minetti e del trota, di Cota o di Penati, di Cosentino per intenderci…, ed il governo. Tramite la proposta di riforma elettorale verranno, di fatto, accresciuti i poteri dell’esecutivo nei confronti degli altri poteri. Una migliore democrazia? Le decisioni saranno rapidissime, speriamo meno rapide delle decisioni del Gran Consiglio dove il Duce, quando vi partecipava, stava solitamente due minuti, secondo l’EIAR… Come si diceva allora? Duce, conduci (verso dove?). Velocità, velocità, giovinezza, giovinezza, modernità: siamo in pieno manifesto futurista… guerra a parte… Apprendiamo che l’attor giovine parla con Verdini e il cuor non si rallegra…, non per le pendenze giudiziarie del personaggio o per le sue frequentazioni politico affaristiche, ma per quel che rappresenta: un democratico non può addormentarsi serenamente accanto ad uno che professa idee o pone in essere prassi come quelle del forzaitaliota, che ha avuto la gran sorte di esser nato nel perimetro di quel territorio che fu, in altri tempi, il dominio del Granduca di Toscana: mica tutti buoni i Granduchi, sapete? Pensate, per esempio, a un Giangastone… E con Verdini cosa conviene? Se non votate la riforma preparata dalla neofanfaniana (lo sa, cara Ministra, che al tempo della DC molti fanfaniani non si dichiaravano tali, ad alta voce, perché nella corrente c’erano personaggi spregiudicati di prima forza…e pure massoni…?) andiamo al voto. L’attor giovine è convinto di ottenere un plebiscito che lo rafforzi e per come è ridotto il Paese c’è da aspettarsi di tutto…, ma noi venderemo cara la pelle, ci conti pure. Peccato che il plebiscito non lo ottenga in Europa dove cominciano le frenate e le bevute e il conto lo paghiamo noi... A livello internazionale molte decisioni vengono prese mediante il ‘consenso’ che non è né maggioranza né unanimità: è una via di mezzo, una sorta di maggioranza qualificata basata sulla buona volontà dei partecipanti. Certo, alcuni sono più uguali degli altri…, ma per assurgere a quel ruolo bisogna conquistarselo (lo aveva ben capito il Cavour al tempo della guerra di Crimea…) e non basta la parlantina. Per questo ci è parso infantile insistere sulla candidatura della povera Mogherini, probabilmente battuta da una abile bulgara (un paese il suo di sei milioni di abitanti circa…). Non sarebbe meglio partecipare a qualche ripasso serale per affrontare i problemi uno alla volta con un po’ più di serietà invece di giocare con la cultura di ‘Lascia o raddoppia’ per vincere resistenze che pure sono difficili da vincere? Dopo tutto, c’è la vita di tutti in questione che merita maggior rispetto di una proposta purchessia che si caratterizzi soltanto per velocità e cambiamento… E se il rimedio fosse peggiore del male? Noi, caro attor giovine, consigliamo meno protagonismo ed essere piuttosto che apparire…

lunedì 28 luglio 2014

CON LA SUORA O CON LA PROF.? Rosa Elisa Giangoia

Il recente caso presentato dalla stampa di un’insegnante a cui non è stato rinnovato il contratto di lavoro per supposte ragioni di omosessualità suscita interrogativi e problemi davvero rilevanti, che prima o poi dovevano presentarsi alla coscienza e alla giurisprudenza in quanto determinati da conflitti tra due sfere di diritti che nella nostra realtà sociale e culturale tendono ad acutizzarsi progressivamente. Occorre innanzitutto ricordare che la Costituzione Italiana riconosce il diritto ai privati di istituire scuole, ma precisa che non ci debba essere onere per lo Stato. In Italia i privati che istituiscono e gestiscono scuole sono di due tipi. Alcune sono persone di impostazione manageriale che lo fanno principalmente a scopo di lucro, trasformando (purtroppo!) sovente queste scuole in “diplomifici”, dove appunto si può conseguire con scarso impegno un titolo di studio: cosa triste, ma che per esperienza professionale abbiamo dovuto constatare… Gli altri sono soggetti di ispirazione religiosa e in Italia, oltre alle scuole cattoliche, ci sono quelle ebraiche e quelle islamiche, per ora non ne conosco gestite da protestanti. È chiaro che questi tipi di scuole hanno un preciso progetto educativo che si basa su una pedagogia finalizzata a costruire una persona secondo la concezione religiosa di fondo. Queste scuole hanno già, nell’ordinamento scolastico italiano, la possibilità di scegliere personale docente ritenuto coerente con il proprio progetto educativo, prescindendo dall’ordine di merito delle graduatorie, purché fornito di abilitazione all’insegnamento, ritenuto cioè dallo Stato professionalmente idoneo all’insegnamento di quella determinata materia. Nello specifico il caso dell’insegnate di Trento, al di là di quanto siano precise e veritiere le informazioni fornite dalla stampa, presenta con evidenza la situazione di contrasto tra il diritto della docente a non essere discriminata per ragioni sessuali, come prevede la Costituzione, e il diritto della scuola cattolica di avere docenti che non si pongano con la loro condotta di vita su una linea di comportamento difforme dal progetto educativo che la scuola vuole attuare finalizzato alla formazione di una persona cristianamente orientata, progetto liberamente scelto dai genitori. Allo stesso modo, infatti, in una scuola cattolica potrebbero non essere accettate persone che pratichino la convivenza o che siano state soggetti attivi di un divorzio. Tutto questo perché non si possono imporre docenti che non condividano il progetto pedagogico in quanto la presentazione pedagogica del modello di vita cristiana ha bisogno di coerenza per essere veramente educativo ed edificante, secondo la pregnanza etimologiche dei due termini. L’educazione, basata su un preciso progetto e orientata ad una determinata realizzazione della persona, avviene tramite un processo pedagogico complesso, in cui non basta la proposta teorica, ma che occorre sia sostenuto dal convergere di aspetti di vita diversi. Lo stesso si potrebbe dire anche per altre impostazioni ideologico- religiose: non sarebbe certo ammesso all’insegnamento in una scuola islamica chi sostenesse l’opportunità di mangiare carne di maiale! Il problema trova un’ulteriore complicazione, a cui la stampa ha dato molto rilievo anche con prese di posizione e dichiarazioni di esponenti politici, per il fatto che la scuola cattolica in cui il fatto si sarebbe verificato riceve sovvenzioni pubbliche, il che vuol dire, come avviene anche in altre realtà locali, che le amministrazioni comunali, provinciali e regionali possono dare a queste scuole sovvenzioni, non contravvenendo al dettato costituzionale. Ed è quest’altro nodo tra finanziamento e condizionamento che andrebbe risolto.

martedì 22 luglio 2014

ACCOGLIENZA PROFUGHI A GENOVA

Cercansi volontari per distribuzione pasti ai profughi accolti in emergenza presso la Palestra di Via della Fontane. 28 profughi provenienti da Pakistan, Ghana e Nigeria e giunti in Italia con gli sbarchi di questi giorni, sono ospitati a Genova presso la Palestra di Via delle Fontane, struttura che il Comune di Genova riserva all'accoglienza straordinaria in situazioni di emergenza. Il Comune ha chiesto a Fondazione Auxilium di provvedere alla gestione di questa permanenza fino al 31 luglio: insieme alla Coop. Soc. Il Melograno e alla Coop. Soc. Emmaus Genova, Auxilium si è attivata quanto più rapidamente per rispondere ai bisogni primari di questi giovani stranieri. In questo quadro, in collaborazione con Caritas Diocesana e l'associazione Volontari per l'Auxilium, si cercano volontari disponibili ad affiancare gli operatori nella distribuzione dei pasti, in particolare in queste fasce orarie: - dal lunedì al venerdì, dalle 19.00 alle 21.30 - sabato e domenica, dalle 12.30 alle 14.00 e dalle 19.00 alle 21.30: Chi volesse dichiarare la propria disponibilità può contattare Leonardo Cebrelli: 3484790660 - leonardo.cebrelli@caritasgenova.it Ogni aiuto è davvero prezioso per queste persone sradicate dal proprio paese, che hanno messo a rischio la vita pur di tentare un destino migliore. Grazie per quanto potrete fare.

lunedì 21 luglio 2014

LETTERA AL sig. PERSEGANI Rosa Elisa Giangoia

È stato molto piacevole ed interessante scoprire (casualmente!) quanto il signor Italo Persegani, nostro fallower, scrive a proposito di questo blog sul suo (IL GUAZZABUGLIO 3 maggio 2014). Innanzitutto perché il sig. Persegani è indubbiamente una persona molto perspicace: ha subito capito che io sono un’insegnante di Lettere (in pensione, per la precisione). Cosa notevole, però, è che il sig. Persegani ci segue (con attenzione) dalla Francia, quindi filtra un po’ d’Italia attraverso di noi, ma soprattutto è sostanzialmente d’accordo con le nostre idee e prese di posizione, e questo è davvero molto importante. Ora il sig. Persegani rileva (giustamente) che nei nostri post noi facciamo un uso (forse persino un po’ eccessivo) di citazioni letterarie e su questo vorrei dire due parole di spiegazione. Non lo facciamo certo per sfoggio di cultura: ben lungi da noi la curiositas che Agostino d’Ippona rimprovera a tanti suoi contemporanei! Ci serviamo sovente di citazioni perché ci sono certe cose che non si potrebbero assolutamente dire meglio di come le ha dette un certo autore con quelle determinate parole e quindi diventa una scelta di efficacia espressiva quella di riprendere quelle parole di quel determinato autore, altre volte invece riprendiamo certi testi perché ci sono non delle parole, ma delle idee che sono state formulate da quel determinato autore che vogliamo con forza riaffermare e comunicare, sperando di convincere e di coinvolgere. In questo secondo caso ci serviamo in verità di pochi autori e penso che si sia capito… Aristotele, Manzoni e pochi altri, perché quelli sono per noi “i giganti” sulle cui spalle noi nanetti ci vorremmo mettere per guardare avanti e proseguire nella vita (nostra e altrui) nel modo migliore, nella chiara consapevolezza che la cultura non è il mare magnum del sapere in cui si nuota a caso (e magari si annega!), ma è una scelta precisa di linea di pensiero che possa servire per acquisire saggezza, cioè un sapere utile a vivere. Questo vuol dire avere un bagaglio che serva per orientarsi, per scegliere, per decidere per il meglio (per sé e per gli altri) in ogni occasione… Per noi questo bagaglio vuol dire avere consapevolezza che l’uomo per essere tale deve ricostruire pienamente l’umano, deve avere chiaro che ogni azione deve mirare alla realizzazione della sua vera natura che è l’essere veramente uomo, in pienezza e totalità, senza disordine mentale, interiore e spirituale, senza cadute nella vacuità, nella falsità e nella superficialità, privilegiando l’interiorità sull’esteriorità… Questo perché siamo convinti che se ciascun uomo avesse la piena consapevolezza e la chiara convinzione della totale realizzazione della propria humanitas, poi di volta in volta, nella contingenza e nella casualità del quotidiano, tutto si risolverebbe meglio. Grazie comunque, sig. Persegani, per l’attenzione, sperando che continui a leggerci e magari a dialogare con noi.

sabato 19 luglio 2014

IL DISPOSITIVO DELLA SENTENZA "ANCOR CI OFFENDE" Carlo Biancheri

Non siamo particolarmente interessati alla sorte del povero pregiudicato, assolto da ogni delitto, uomo di cuore, si sa, particolarmente quando si tratti di aiutare giovani ballerine, modelle, attricette leste a spogliarsi quando capiti l’occasione, come abbiamo potuto apprendere dalle foto comparse per anni in tutti i giornali. La generosità sarebbe tanto più apprezzata dalle folle se diretta a sostenere vecchi disabili, come costretto a fare adesso, piuttosto che giovani nordafricane appartenenti a famiglie altolocate come quella dell’ex presidente della Repubblica Araba di Egitto; del resto la famiglia nel modo arabo è allargata…, come noto. Siamo invece interessati a riflettere se sia così ovvio che una Corte di primo grado veda completamente rovesciato il giudizio in appello. È vero che, nel frattempo, è intervenuto il pasticcio della legge dell’abile Avvocatessa Severino che impone nella concussione che sia provato il beneficio ottenuto dal concusso, ma quel che fà riflettere è un uso del diritto che l’amato Manzoni, ne I Promessi Sposi, denunciava riferendolo al Seicento. Dunque i giudici, certo non intimoriti dal famoso professor Coppi, come avrebbero potuto esserlo quei personaggi di campagna che venivano in città per la prima volta –ricordate la canzone Genova per noi? – ci dicono che il reato di concussione non sussiste. Ma neppure l’induzione alla concussione? Un funzionario di polizia che viene indotto ad affidare una minorenne ad un privato (!) che poi la passa a una fille de joie, dicono i francesi, contrariamente a tutte le prassi amministrative, al fine di evitare un incidente diplomatico internazionale…, non avrà pensato che dopo una telefonata del presidente del Consiglio dei Ministri la sua futura carriera avrebbe potuto continuare tranquillamente nell’isola di Montecristo o dell’Asinara se si fosse comportato diversamente? Il modo di ragionare, giuridicamente, di chi ha emesso la sentenza, pur in assenza di motivazioni, ci sembra fin d’ora connotato da un formalismo giuridico, da un positivismo in base al quale quel che conta è la letteralità della norma, non il fatto che noi poveracci percepiamo diversamente. Né c’è stata prostituzione con minore perché il noto pregiudicato ignorava l’età della fanciulla: evidentemente non si parlavano col giornalista Fede che pur era un avventore del sottoscala dove si svolgevano gli spettacolini, dopo le cene eleganti con la “sudamericana e la zoccola”, come diceva più la Minetti? I giudici, novelli Templari, rimangono adamantini, atarassici e non appaiono, dal dispositivo, turbati dal fatto, quantomeno insolito; reputano il reato insussistente. Vedremo le motivazioni. Fin d’ora però proviamo lo stesso sentimento di sconforto di Renzo nel contesto dei tumulti di Milano allorché diceva ad un crocchio: «Ora, andate a dire ai dottori, scribi e farisei, che vi facciano far giustizia, secondo che canta la grida: vi danno retta come il papa ai furfanti…» e «questa grida diceva proprio le cose giuste per me; e un dottore al quale io gli dissi che dunque mi facesse render giustizia…, questo signor dottore, che m’aveva fatto veder la grida lui medesimo, che è il più bello, ah! ah! pareva che gli dicessi delle pazzie». Noi crediamo che nella giustizia ius e iustum debbano coincidere contrariamente al positivismo corrente…

lunedì 14 luglio 2014

SUPERCALIFRAGILIST Carlo Biancheri

I nostri venticinque lettori sanno bene che abbiamo esitato ad attaccare l’apprendista Segretario fiorentino che, sia detto senza offesa, ci ricorda tanto quel personaggio dei fumetti di tanti anni fà di nome ‘Superbone’. La ragione dipende dal fatto che non si dà vacuum in politica e l’alternativa del comico pregiudicato o dei rampanti giovanotti e signorine che lo attorniano, che sanno pochissimo ma che sono certissimi delle loro idee, è peggiore del male: i cittadini ce lo chiedono… è il mantra. Ma quali cittadini e quanti? Hanno votato le vostre proposte pasticcio come la preferenza negativa nella legge elettorale che si applica nel mondo soltanto nei cantoni svizzeri? Chiaramente il brefotrofio dovrebbe essere alle spalle e, del resto, la confusione mentale porta ad alleanze in Europa con un personaggio come Farage, che sembra avere in uggia il genere umano ad eccezione di sé medesimo. Non si scherza ad affidarsi a gente che non sa governare sé stessa perché non governerà neppure gli altri. E questo valga per l’altro pregiudicato, per l’ostinato segretario celta/lombardo che sostiene che gli immigrati vivono in villette alla faccia degli italiani e che si allea con i fascisti del Fronte nazionale in Europa (i neri devono stare a casa loro, magari insieme agli oranghi, direbbe il Borghezio, ecc…) o la famiglia Adams, come la chiamano i giornali. Certo i predecessori, sinistra inclusa, che ci hanno sfornato un titolo V della Costituzione che andrebbe considerato alla stregua di un reato, visti i danni che ha prodotto, hanno malissimo operato: nella migliore delle ipotesi han dato prova di una presunzione smisurata o nella peggiore di disprezzo per chi li aveva eletti o di malaffare. C’è una legge in politica: chi sbaglia se ne deve andare e non può rimanere in aeternum come avviene nel nostro Paese del bengodi (per alcuni e non per altri). Bisogna cambiare, non vi è dubbio e da molto tempo bisognava farlo, ma questo giustifica introdurre qualsiasi sciocchezza? A nostro debol parere, l’autonomia regionale, pur contenuta in Costituzione, è una semi-sciocchezza; teorizzata per decenni, specie in ambienti cattolici che l’auspicavano per combattere lo Stato centralista e per realizzare un succedaneo della democrazia diretta. Si è rivelata, invece, una forma di corruzione, una moltiplicazione dei centri di potere e, quindi, un aumento esponenziale di chi vive di politica: sulla qualità dei personaggi che siedono tra i banchi dei Consigli regionali abbiamo già scritto in altri posts e non va dimenticato che le istituzioni vanno giudicate se sono in grado di funzionare bene. Vorremmo guardare in faccia quelli che hanno attribuito alle regioni compiti di politica estera, di economia, di commercio internazionale! Prima di avventurarsi sulle tecnicalità delle riforme non sarebbe male discutere sugli obiettivi: cosa debbono fare le regioni e quanto ci costa? Non ci può essere duplicazione di funzioni con lo Stato: i casi di tutela ambientale che sono all’attenzione quotidiana lo dimostrano ampiamente. Né si può dare ad una sola regione la competenza esclusiva quando la materia riguarda l’intero Paese: è mai pensabile che sia la sola comunità locale della Val di Susa a decidere della TAV? Perché non fare allora lo Stato della Sagra di San Michele o del Forte di Exilles? Non si sa più vivere insieme e quel mondo cattolico che, nel bene e nel male, era un interlocutore e competitor delle componenti marxiste della politica, negli ultimi trent’anni è stato ridotto a polpette da una CEI di ‘impiegati’, guidati dal pessimo teologo/politico Ruini che ha favorito CL et similia distruggendo la cinghia di trasmissione della cultura cattolica che pure aveva espresso gente come Maritain. Ci siamo presi la briga di leggere il Programma di Presidenza italiana della UE che l’apprendista non ha illustrato al Parlamento Europeo e temiamo che non lo abbiano fatto la maggior parte dei conduttori dei media che ad ogni ora del giorno dicono con molta certezza cose non vere o attirano l’attenzione della gente su questioni marginali, spacciando per leader dei soggetti effimeri, non espressivi di una linea politica approfondita. Il programma non differisce di molto da quelli di routine, a parte qualche dichiarazione roboante e l’attenzione a temi ripetutamente citati dall’apprendista come i flussi migratori e la crescita. Ci son anche errori e non da poco. Si patrocina la conclusione dell’accordo di libero scambio con gli Stati Uniti e qui casca l’asino. Siamo certi che l’Italia ne avrà un vantaggio? Gli accordi GATT e GATS sono stati veramente benefici per il Paese? Si sa che in caso di contenzioso ,l’Italia perde quasi sempre? Come si fa a liberalizzare quando le regole ed i controlli sono diversissimi? Si pensi al formaggio parmesan che circolerà liberamente, ai prodotti OGM e al di là dell’alimentazione al doping fiscale, finanziario e persino industriale sui prodotti che nessuno sarà in grado di svelare. Lo abbiamo già scritto: si può liberalizzare solo se ci sono norme comuni e controlli omogenei e, del resto, è quel che si ritrova nel Libro Bianco del 1985 che è alla base del Mercato interno della Unione Europea. In materia di mercato finanziario all’origine di questa crisi epocale che stiamo ancora vivendo, la Presidenza italiana non ha alcuna ambizione e non impone alla DG Markt della Commissione di cambiare passo con la vigilanza, di verificare se le Autorità di controllo europee (ESA) funzionino veramente (sulle Agenzie di rating non pare proprio…): l’Italia è importatrice netta dei servizi finanziari ma continua a non preoccuparsi di una liberalizzazione che favorisce gli intermediari degli altri paesi a scapito dei consumatori. Continueremo a disinteressarci che la Sig.ra Nouy, novella Crudelia De Mont, possa spargere terrore mediante le ispezioni che farà alle banche europee per conto della BCE, imponendo alle banche di ricapitalizzarsi sulla base di scenari ‘ipotetici’…? Le conseguenze ci toccheranno da vicino e potranno portare anche alla chiusura di alcune banche che non riusciranno a farlo. Si tratta di scelte politiche ed è mai possibile che nessun politico chieda almeno di capire l’impatto, lasciando invece decisioni così rilevanti ad un tecnico, una sig.ra francese, non accomodante…, fin dai tempi in cui partecipava al Comitato di Basilea, e che risponde soltanto al Board della BCE, del tutto autonoma, in base ai Trattati. Anche queste sono scelte politiche e rilevantissime, ma chi se ne accorge? Manca una visione del mondo e la tecnica deve rispondere alla politica e non viceversa. Ma la politica non può ridursi ad immagine tipo barone di Munchausen sulla palla di cannone. E così sarà una bella sciocchezza mettere la Mogherini quale Alto rappresentante della politica estera europea, non solo per la preparazione limitata della signora in questione, ma perché la pagheremo noi che non avremo nel Collegio della Commissione Europea un Commissario sempre presente ed attento agli interessi nazionali da difendere. La nomina porterà voti a Pontassieve, ma non guadagni all’Italia. Né si può mettere a capo dell’Ufficio legislativo della Presidenza del Consiglio, la responsabile dei vigili di Firenze… Non ci sono magie ma dopo tutti questi sfracelli e delusioni bisogna riprendere il cammino della ricerca; occorrono persone di buona volontà che non siano solo interessate all’immagine, all’apparire invece che all’essere. In primis, occorre riparlare di visione del mondo per stabilire quel che è priorità… Ci occupiamo solo del contingente: le coppie gay, l’eutanasia e nessuno si chiede se abbia senso la libera circolazione selvaggia dei capitali che porta a vendere tutta l’industria italiana che ancora è operante a mani estere e che, forse, non saranno interessate a svilupparla…